Un sereno pomeriggio estivo, il sole illumina una dalia recisa posata sul tavolo in salotto, un tovagliolo spiegazzato, gli avanzi di un pranzo alla buona. Una bambina di sette anni, in camicetta e calzoncini corti, dorme distesa sul divano. È Martina, nata con l’inseminazione artificiale da donatore sconosciuto, che guarda il mondo con stupore innocente. Nove anni dopo, ormai in piena adolescenza e anche in pieno conflitto con i genitori, Martina racconta l’orrore di quel pomeriggio d’estate, l’evento drammatico che le ha cambiato la vita, così profondamente radicato nella sua coscienza, mai dimenticato e mai sepolto. Attraverso la voce di Martina conosciamo i suoi affetti: una madre spesso fuori casa, un padre distratto che non è davvero suo padre, il cane Willy detestato oltre ogni razionalità, la nonna paterna, unico rifugio per Martina, che sembra capirla proprio perché non cerca di comprenderla. E in fondo, ad attenderla, lo spettro di un fratello segreto, che conduce una vita di