RECENSIONE: MELOLEGGO.IT
Si intitola “L’odore della felicità” il volume d’esordio di Simonetta Mannino, scrittrice padovana classe 1968. Protagonista della storia è la giovanissima Nina che, in un momento particolarmente drammatico del suo presente, comincia a ripercorrere l’intimo sentiero dei propri ricordi.
Non è un percorso facile: un ambiente familiare difficoltoso, il rapporto con la sorella fatto per lo più di incomprensioni e un vivere quotidiano intriso di profonda e disperata solitudine. L’intreccio è lento e il suo dispiegarsi non ha nulla a che vedere col tempo e col passare dei giorni, quanto più con il sentire di Nina, con il mondo che nei suoi occhi confluisce e si disperde in emozioni, come l’acqua del mare che si assottiglia dopo che la forza iniziale dell’onda si ritira in fretta.
Quella di Nina è una lotta alla ricerca di uno spazio per sé stessa nel mondo e negli affetti, lontano da un ambiente famigliare che nulla le ha insegnato in termini di amore. Tuttavia, l’indipendenza affettiva che cerca di ottenere andandosene è solo effimera: ballerina in un night club prima, ben presto prostituta, Nina vuole raccogliere denaro, tanto denaro da poter tornare dalla madre, totalmente chiusa nel proprio dolore, e offrirle in cambio una vita migliore, salvarla così da salvare, di riflesso, se stessa.
Mentre la neve continua a scendere e ad imbiancare tutto, Nina continua a riportare i suoi ricordi, ed è come una voce della coscienza, che viene da dentro, lieve come la neve stessa. Forse è proprio questa dolcezza nella narrazione che fa risaltare ancor più la durezza della vita, in netto contrasto con lo stile e la pacatezza delle parole. Nonostante i temi forti, la lettura è resa estremamente godibile dalla grande forza espressiva e fluidità dello stile dell’autrice ed è un viaggio intenso, doloroso ma bellissimo, dove la felicità è solo un odore fugace …
A cura di Alice De Carli Enrico
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