Intervista a Martina: la voce dietro Del sangue non mi importa

 

Stanza con una sedia vuota

Parlare con un personaggio letterario è come sedersi accanto a un fantasma: non ha corpo, ma ha una presenza che riempie la stanza. Martina, protagonista del mio romanzo Del sangue non mi importa, è una di quelle figure che non si possono dimenticare facilmente. Le ho chiesto di rispondere a qualche domanda, lasciandola parlare con la sua voce, senza filtri.

Martina, chi sei davvero?

Sono il risultato di scelte fatte da altri prima ancora che potessi aprire gli occhi. Sono nata in provetta, come un esperimento. Forse è per questo che ho sempre avuto la sensazione di essere “fuori posto”. Non volevo esserci, eppure eccomi qui.

Nel romanzo affronti esperienze dure: l’abuso, la dipendenza, le relazioni sbagliate. Come ci si sopravvive?

Non ci si sopravvive. Ci si trascina. Ti aggrappi a qualunque cosa ti faccia dimenticare, anche per cinque minuti, chi sei e quello che ti è stato tolto. Le droghe, gli uomini, le fughe... erano solo modi per anestetizzarmi. La verità è che la dipendenza non è dalla sostanza: è dal silenzio, dal vuoto, dal dolore che non sai nominare.

Eppure, nel tuo percorso c’è anche l’amore.

Sì, e non quello delle favole. Ho trovato qualcuno che porta cicatrici simili alle mie. È lì che ho capito che le ferite non devono per forza separare: a volte uniscono, diventano punti di contatto. Non ti guariscono, ma ti ricordano che non sei sola.

Se potessi dire qualcosa ai lettori, cosa diresti?

Non cercate perfezione nei libri, né nelle persone. Io sono sbagliata, sporca, incoerente. Ma sono vera. E credo che la verità, anche quella che fa male, sia l’unico modo per respirare davvero.

Una parola che ti descrive?

Sopravvissuta. Non vincente, non redenta, non felice. Solo sopravvissuta. E a volte, credetemi, è abbastanza.

Questa intervista immaginaria non è solo un gioco letterario: è un modo per restituire a Martina la sua voce, quella che non sempre trova spazio tra le righe. Un personaggio fragile e ruvido allo stesso tempo, che non cerca di piacere, ma di esistere.

📌 Se la voce di Martina ti ha colpito, immagina cosa può fare il suo racconto intero. Del sangue non mi importa non è una storia da leggere a cuor leggero, ma una ferita che resta aperta. Preparati a incontrarla. Preparati a non dimenticarla. La trovi qui.