Ogni scrittore ha un rituale. Il mio comincia sempre con una tazza di tè e una playlist silenziosa: sì, perché ci sono canzoni che si sentono anche senza ascoltarle, che restano come sottofondo dentro di te.
Uso taccuini consumati per raccogliere appunti, frasi isolate, immagini. Poi, quando sento che un personaggio è pronto a parlare, passo alla tastiera. È un passaggio che mi emoziona ogni volta, come se stessi aprendo una porta verso un luogo che ancora non conosco.
Il mio rituale non serve a “trovare ispirazione”, ma a creare lo spazio giusto perché arrivi.
Vuoi scoprire cosa è nato da quei taccuini? Leggi Del sangue non mi importa e L’odore della felicità qui.
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